Il ruolo dell’RSPP assume un’importanza cruciale nell’ambito della sicurezza sul lavoro, si tratta, infatti, di una figura professionale incaricata di garantire non solo il rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza, ma anche di promuovere la cultura della prevenzione all’interno delle aziende, nonché di informare e formare i dipendenti sulle norme di sicurezza e di monitorare costantemente l’efficacia delle misure adottate.
Cosa significa RSPP? Chi è questo professionista?
L’RSPP – acronimo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione – agisce come punto di riferimento essenziale all’interno delle aziende per identificare i rischi, pianificare le attività di protezione e formare i lavoratori sull’importanza delle pratiche sicure. Nello specifico, la sua presenza è finalizzata all’eliminazione degli incidenti sul lavoro, in modo da rendere gli ambienti lavorativi più sicuri e conformi alle normative.
La figura dell’RSPP – introdotta dal decreto legislativo n. 626 del 19 settembre 1994 – è disciplinata dal cosiddetto TUSL, ovvero il Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 e successive modifiche e integrazioni).
Così come stabilito dall’articolo 17 del decreto legislativo 81/2008, la nomina dell’RSPP è un obbligo diretto e non delegabile del datore di lavoro.
L’RSPP riveste, infatti, un ruolo strategico all’interno dell’azienda, nell’ambito del quale collabora – in sinergia con il datore di lavoro, i dirigenti, il medico competente e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) – alla stesura del Documento di valutazione dei rischi (DVR).
La differenza tra RSPP interno ed esterno
Così come previsto dall’articolo 31 del D.Lgs. n. 81/2008, per la designazione dell’RSPP il datore di lavoro può ricorrere sia ad una figura interna che ad una esterna, purché in possesso dei requisiti specifici previsti dalla normativa:
- titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore;
- attestato di frequenza, con verifica dell’apprendimento, a specifici corsi di formazione adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative (da aggiornare ogni 5 anni).
Sostanzialmente non esiste alcuna differenza tra RSPP interno ed esterno. Di solito, tuttavia, si fa ricorso ad un RSPP esterno quando un’azienda non dispone di dipendenti interni in grado di assumere tale ruolo. Fermo restando che questo non esonera il datore di lavoro dalla propria responsabilità in materia.
Frequentare un corso di formazione RSPP rappresenta, pertanto, una straordinaria opportunità per tutti coloro che, pur non facendo parte dell’organico di una determinata azienda, aspirano al ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione esterno.
Esistono, tuttavia, dei casi in cui è necessariamente richiesta l’individuazione di un RSPP interno (art. 31, comma 6):
- aziende industriali di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, e successive modificazioni, soggette all’obbligo di notifica o rapporto, ai sensi degli articoli 6 e 8 del medesimo decreto;
- centrali termoelettriche;
- impianti ed installazioni di cui agli articoli 7, 28 e 33 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, e successive modificazioni;
- aziende per la fabbricazione ed il deposito separato di esplosivi, polveri e munizioni;
- aziende industriali con oltre 200 lavoratori;
- industrie estrattive con oltre 50 lavoratori;
- strutture di ricovero e cura pubbliche e private con oltre 50 lavoratori.
Il datore di lavoro può diventare RSPP?
L’articolo 34 del decreto legge n. 81/2008 stabilisce che anche il datore di lavoro può ricoprire il ruolo di RSPP all’interno della propria azienda, ma solo nel caso in cui la stessa rientri in una delle seguenti tipologie:
- aziende artigiane e industriali fino a 30 dipendenti;
- aziende agricole e zootecniche fino a 30 dipendenti;
- aziende della pesca fino a 20 dipendenti;
- altre aziende fino a 200 dipendenti.
Assumere direttamente la responsabilità di RSPP comporta, tuttavia, una serie di obblighi non solo legati alla formazione personale, ma anche all’implementazione pratica di strategie di sicurezza efficaci nell’ambiente di lavoro.
Il titolare dell’azienda dovrà, infatti, non solo farsi carico delle responsabilità legate al ruolo di RSPP, ma anche soddisfare specifiche esigenze formative delineate dalla normativa in materia di sicurezza sul lavoro finalizzate all’acquisizione delle competenze necessarie a garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e classificate in base ai livelli di rischio specifici dell’ambiente lavorativo e delle attività svolte.
La differenza tra RSPP, ASPP e RLS
Oltre all’RSPP, nelle aziende sono presenti anche l’ASPP (Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione) e l’RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza).
L’ASPP, che viene nominato dal datore di lavoro (o da un suo delegato) e che può essere sia interno che esterno, rappresenta una figura di supporto all’RSPP nell’ambito della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Le sue capacità e i suoi requisiti professionali (che, almeno in parte, coincidono con quelli dell’RSPP) devono essere adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative.
Lo scopo dell’RLS, invece, è quello di garantire la collaborazione tra dipendenti e datore di lavoro nell’individuazione e nella verifica delle misure di prevenzione previste dalla normativa vigente ai fini della tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro. Nelle aziende fino a 15 dipendenti è eletto direttamente dai lavoratori, mentre in quelle con più di 15 dipendenti è designato dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali. Il numero minimo di RLS è di un rappresentante nelle aziende fino a 200 dipendenti, di tre rappresentanti nelle aziende da 201 a 1.000 dipendenti e di sei rappresentanti nelle aziende con più di 1.000 dipendenti.
Da precisare, infine, che – come stabilito dall’articolo 50, comma 7 del Testo Unico, l’esercizio delle funzioni di RLS è incompatibile con la nomina di RSPP e ASPP.
Cosa fa un Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione?
L’RSPP è una figura obbligatoria nelle aziende e gioca un ruolo chiave nel coordinamento e nella gestione del Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) che, a sua volta, ha il compito di identificare i fattori di rischio presenti nei luoghi di lavoro, di analizzarli dettagliatamente e di includerli nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
Una volta che i rischi sono stati definiti all’interno del DVR, l’RSPP si occupa di sviluppare misure di prevenzione e protezione specifiche, focalizzandosi esclusivamente su quelle aree che rientrano nella sua competenza diretta. Si tratta, più nel dettaglio, di misure pensate per neutralizzare o ridurre al minimo i rischi identificati, garantendo che gli ambienti di lavoro siano sicuri e conformi alle normative vigenti in materia di sicurezza. Elaborando, allo stesso tempo, anche sistemi di controllo per monitorare l’efficacia delle misure di prevenzione e protezione adottate.
Le responsabilità dell’RSPP sono ampie e tecnicamente complesse, e prevedono:
- identificazione dei fattori di rischio presenti nell’ambiente lavorativo;.
- progettazione e implementazione di misure preventive e protettive;
- sviluppo di procedure di sicurezza specifiche per le diverse attività svolte all’interno dell’azienda;
- proposta di programmi di informazione e formazione rivolti ai lavoratori;
- partecipazione attiva alle consultazioni riguardanti la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro;
- obbligo di fornire ai lavoratori tutte le informazioni necessarie relative ai rischi inerenti le loro attività e alle misure di prevenzione adottate.
La formazione: che corsi frequentare e cosa studiare
Il contenuto dei corsi di formazione per Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), suddiviso in tre moduli (A, B e C), è stato definito dagli Accordi Stato-Regioni del 7 luglio 2016 ed è strutturato per garantire che gli RSPP, sia interni che esterni, acquisiscano le competenze necessarie per svolgere adeguatamente il loro compito.
Il completamento di tutti e tre i moduli formativi del corso RSPP è, d’altro canto, imprescindibile ai fini dell’abilitazione allo svolgimento di questo fondamentale ruolo all’interno delle aziende. Ad ogni modo, il Modulo B prevede anche delle specializzazioni successive per gli ambiti ad alto rischio (sanità, costruzioni).
I requisiti minimi per iscriversi a un Corso di RSPP
I requisiti minimi per iscriversi a un corso di RSPP (della durata complessiva di 100 ore) prevedono il possesso di un titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore.
Il Modulo A per RSPP
Il Modulo A, della durata di 28 ore, rappresenta il corso di formazione base per chiunque aspiri a ricoprire l’incarico di RSPP ed è fondamentale per una comprensione solida e completa delle normative e delle strutture che regolano la salute e la sicurezza sul lavoro. E, soprattutto, è propedeutico per l’accesso agli altri moduli e può essere seguito in modalità interamente online.
Da tenere presente che una volta conseguita la relativa idoneità, la stessa costituirà un credito formativo permanente.
Nello specifico, il programma del Modulo A è strutturato in modo tale da garantire ai corsisti l’acquisizione delle seguenti competenze:
- Approccio alla prevenzione nel D.Lgs. 81/2008: questa sezione del corso esplora il Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008, che rappresenta la principale normativa italiana in materia di sicurezza sul lavoro;
- Sistema di vigilanza e assistenza: esamina il ruolo delle varie agenzie e organi statali incaricati della vigilanza e dell’assistenza nel campo della sicurezza sul lavoro, delineando come questi collaborano con le aziende per garantire il rispetto delle normative;
- Sistema istituzionale della prevenzione: analisi delle strutture e delle funzioni delle istituzioni pubbliche coinvolte nella prevenzione degli infortuni e delle malattie legate al lavoro, inclusi i loro compiti specifici e l’interazione con le aziende;
- Sistema legislativo, esame delle normative di riferimento: approfondimento delle leggi e dei regolamenti che formano il quadro normativo per la sicurezza sul lavoro, con un’attenzione particolare alle loro applicazioni pratiche e agli aggiornamenti più recenti;
- Identificazione dei soggetti del sistema di prevenzione aziendale e definizione dei loro compiti e responsabilità: descrizione dei vari attori coinvolti nella prevenzione aziendale, inclusi RSPP, ASPP, datore di lavoro, medico competente e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, con un focus sui loro specifici ruoli e obblighi;
- Analisi dei principali rischi trattati dal D.Lgs. 81/08 e definizione delle misure di prevenzione e protezione: discussione dei rischi più comuni nei luoghi di lavoro e delle strategie per gestirli, comprese le misure tecniche, organizzative e procedurali;
- Modalità di gestione delle emergenze e obblighi di informazione, formazione e addestramento: formazione su come gestire le situazioni di emergenza, come incendi o incidenti gravi, e come garantire che tutti i lavoratori ricevano le informazioni e la formazione necessaria per la sicurezza;
- Concetti di pericolo, rischio, danno, prevenzione e protezione: fondamenti teorici sui concetti chiave in materia di sicurezza, che servono come base per la valutazione e gestione dei rischi;
- Elementi metodologici per la valutazione del rischio: tecniche e metodi per condurre valutazioni del rischio efficaci, permettendo ai partecipanti di identificare potenziali pericoli e applicare le misure preventive appropriate.

Il Modulo B comune e quelli di specializzazione del Corso RSPP
Per poter accedere al Modulo B del corso comune di formazione RSPP, della durata di 48 ore e disponibile solo in presenza, è indispensabile aver precedentemente completato il Modulo A.
Il programma dello stesso è incentrato sulla natura dei rischi associati ai vari ambienti di lavoro e alle attività lavorative specifiche, secondo quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 7 luglio 2016, allegato A.
Il Modulo B ha una validità di 5 anni ed è strutturato per coprire una vasta gamma di settori produttivi, fornendo una base di conoscenza approfondita sui rischi lavorativi comuni alla maggior parte delle aziende.
Tuttavia, data la specificità e la complessità di alcuni settori, il percorso formativo prevede alcuni moduli di specializzazione integrativi per quattro settori specifici che presentano rischi unici o particolarmente elevati:
- Modulo B-SP1 – Agricoltura e Pesca (12 ore): questo modulo si concentra sui rischi specifici associati alle pratiche di agricoltura e pesca, che possono includere l’uso di macchinari pesanti, l’esposizione a pesticidi, e i pericoli legati al lavoro in ambienti acquatici o all’aperto;
- Modulo B-SP2 – Cave e Costruzioni (16 ore): rivolto a uno dei settori più pericolosi, questo modulo tratta la gestione dei rischi in attività come l’estrazione mineraria e le costruzioni. I rischi possono includere crolli, incidenti con macchinari pesanti, e l’esposizione a polveri nocive;
- Modulo B-SP3 – Sanità residenziale (12 ore): particolarmente rilevante per ambienti come ospedali e case di cura, questo modulo affronta i rischi legati alla manipolazione di sostanze biologiche, il contatto con malattie infettive, e le questioni ergonomiche legate alla cura dei pazienti;
- Modulo B-SP4 – Chimico e Petrolchimico (16 ore): concentrato sui rischi industriali in contesti chimici e petrolchimici, questo modulo esamina questioni come l’esposizione a sostanze chimiche pericolose, il rischio di esplosioni e le procedure di sicurezza in ambienti ad alto rischio.
Una volta superato il Modulo B, per poter assumere l’incarico di RSPP è, tuttavia, necessario completare anche il Modulo C.
Il Modulo C
Il Modulo C (corso di specializzazione), della durata di 24 ore, è specificatamente progettato per sviluppare e perfezionare le competenze gestionali e relazionali necessarie per un efficace esercizio del loro ruolo di RSPP.
La partecipazione allo stesso richiede, tuttavia, il precedente completamento dei Moduli A e B ed è incentrato sui seguenti obiettivi formativi:
- Progettazione di processi formativi: il modulo mira a formare gli RSPP su come progettare e implementare programmi di formazione efficaci, essenziali per assicurare che i lavoratori siano adeguatamente informati sui rischi lavorativi e sulle misure di prevenzione adottate;
- Pianificazione e gestione delle misure tecniche: gli RSPP imparano a pianificare e gestire interventi tecnici per la prevenzione degli incidenti e la minimizzazione dei rischi, compreso l’adeguamento delle attrezzature, la manutenzione preventiva e la messa in sicurezza degli ambienti di lavoro;
- Diffusione della cultura della sicurezza: un compito fondamentale dell’RSPP è promuovere una cultura della sicurezza all’interno dell’azienda. Il modulo C enfatizza l’importanza di sensibilizzare tutti i livelli aziendali sui temi della sicurezza, dalla dirigenza ai lavoratori, per creare un ambiente lavorativo consapevole e proattivo nel prevenire gli infortuni;
- Partecipazione dei soggetti coinvolti: il corso insegna agli RSPP come coinvolgere attivamente tutti i soggetti dell’azienda nel sistema di gestione della sicurezza – inclusi il medico competente e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) – per garantire un approccio collaborativo e integrato.
Il Corso RSPP per datore di lavoro: ci sono differenze con il classico corso di RSPP?
Abbiamo già visto che anche lo stesso datore di lavoro può svolgere direttamente i compiti propri del servizio di prevenzione e protezione dai rischi, di primo soccorso, nonché di prevenzione incendi e di evacuazione in determinate tipologie di aziende, dandone preventiva informazione al rappresentante dei lavoratori.
A differenza del corso per Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione interno o esterno della durata complessiva di 100 ore (Moduli A, B e C), al datore di lavoro intenzionato a ricoprire il ruolo di RSPP sarà richiesta la frequenza di corsi di formazione adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e alle attività lavorative:
- Rischio Basso: 16 ore;
- Rischio Medio: 32 ore;
- Rischio Alto: 48 ore.
Il datore di lavoro dovrà, inoltre, seguire i relativi percorsi di aggiornamento quinquennali, la cui durata dipende ovviamente dalla tipologia di rischio dell’azienda:
- Rischio Basso: 6 ore;
- Rischio Medio: 10 ore;
- Rischio Alto: 14 ore.
Il corso di formazione per DL SPP (detto anche RSPP Datore di Lavoro) è progettato per fornire ai datori di lavoro le conoscenze e le competenze essenziali per gestire in modo efficace la sicurezza e la salute all’interno della propria azienda. Il contenuto del corso include, tra le altre cose, la normativa in materia di sicurezza sul lavoro, la valutazione dei rischi, l’identificazione e l’implementazione di misure di prevenzione e protezione, e la gestione delle emergenze.
La struttura del corso DL SPP prevede 4 moduli:
- Normativo/giuridico;
- Gestionale;
- Tecnico;
- Relazionale.
E se i primi due moduli possono essere seguiti in modalità online, per i moduli Tecnico e Relazionale è previsto l’obbligo della formazione in presenza.
Ci sono differenze tra i corsi per diventare RSPP interno o esterno?
I corsi di formazione per diventare RSPP interno o esterno non prevedono alcuna differenza.
In entrambi i casi, infatti, gli interessati devono necessariamente frequentare i tre moduli propedeutici previsti dalla normativa vigente (per una durata totale di 100 ore):
- Modulo A: corso base, 28 ore;
- Modulo B: corso comune, 48 ore;
- Modulo C: corso specialistico, 24 ore.
L’aggiornamento: come e quando è obbligatorio
Per mantenere e rafforzare le proprie competenze in linea con le normative e con le tecnologie in continua evoluzione, in modo da adattarsi alle dinamiche mutevoli del mondo del lavoro e contribuire significativamente alla sicurezza e al benessere dei lavoratori, il D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 prevede l’obbligo dell’aggiornamento formativo periodico per la figura dell’RSPP.
In particolare, gli RSPP interni o esterni sono tenuti a partecipare a corsi di aggiornamento periodici della durata di 40 ore entro cinque anni dall’abilitazione iniziale o dall’ultimo aggiornamento.
Gli RSPP Datori di Lavoro, invece, dovranno frequentare un corso di aggiornamento ogni 5 anni per ottenere il rinnovo dell’attestato di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione la cui durata è legata al rischio dell’azienda:
- Rischio Basso: 6 ore;
- Rischio Medio: 10 ore;
- Rischio Alto: 14 ore.
In tutti i casi, i percorsi di aggiornamento – disponibili anche in modalità interamente online – saranno incentrati sui seguenti argomenti:
- Evoluzioni normative: aggiornamenti su leggi e regolamenti recenti in materia di sicurezza sul lavoro;
- Innovazioni pratiche: introduzione a nuove tecnologie e metodi che possono essere utilizzati per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro;
- Approfondimenti professionali: discussioni su casi di studio e scambi di esperienze per una migliore comprensione delle situazioni reali di rischio e delle strategie di mitigazione;
- Valutazione e gestione dei rischi: tecniche avanzate per identificare, valutare e gestire i rischi in modo più efficace.

Chi nomina il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione?
Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), così come espressamente previsto dall’articolo 17, comma 1, del decreto legislativo n. 81/2008 viene nominato direttamente dal datore di lavoro.
Si tratta di una figura fondamentale che deve necessariamente essere presente in tutte le aziende con almeno un dipendente e che svolge un ruolo chiave all’interno dell’organizzazione aziendale.
L’RSPP è, infatti, la persona nominata dal datore di lavoro con l’obiettivo specifico di coordinare tutte le attività legate alla prevenzione e alla protezione dai rischi professionali sul luogo di lavoro. Le sue responsabilità spaziano dal garantire, in collaborazione con il datore di lavoro, la sicurezza fisica e la salute dei lavoratori fino alla conformità con le normative vigenti in materia di sicurezza sul lavoro.
Tale ruolo può essere ricoperto da un lavoratore interno o da un professionista esterno, purché gli stessi siano in possesso dei requisiti stabiliti dall’art. 32 D.Lgs. 81/2008. Oppure, in determinati casi, direttamente dal datore di lavoro.
Chi può essere nominato RSPP?
Fermo restando che in determinati casi il datore di lavoro può decidere di ricoprire direttamente la carica di RSPP, il Testo Unico in materia di salute e sicurezza prevede che lo stesso possa affidare tale importante incarico sia ad un lavoratore interno che ad un professionista esterno, a patto però che gli stessi abbiano conseguito i requisiti fissati dall’art. 32:
- titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore;
- attestato di frequenza, con verifica dell’apprendimento, a specifici corsi di formazione adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative (da aggiornare ogni 5 anni).
Per quanto concerne il datore di lavoro, invece, lo stesso può ricoprire il ruolo di RSPP all’interno della propria azienda solo nel caso in cui questa rientri in una delle seguenti tipologie:
- aziende artigiane e industriali fino a 30 dipendenti;
- aziende agricole e zootecniche fino a 30 dipendenti;
- aziende della pesca fino a 20 dipendenti;
- aziende agricole o zootecniche fino a 30 dipendenti;
- altre aziende fino a 200 dipendenti.
Quando è obbligatoria la nomina?
La nomina di un Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) rappresenta un obbligo legislativo fondamentale – non delegabile – per tutti i datori di lavoro che hanno almeno un dipendente.
A stabilirlo è il decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008, comunemente noto come “Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro”, il cui obiettivo è quello di garantire che ogni ambiente lavorativo disponga di una figura competente e dedicata alla gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori.
Quali sono le sanzioni per il datore di lavoro in caso di mancata nomina?
Abbiamo già ribadito come la nomina dell’RSPP (nelle aziende con almeno un dipendente in organico) rientri tra gli obblighi imprescindibili del datore di lavoro.
Ecco perché, il mancato adempimento di questo obbligo, può comportare severe sanzioni, sia penali che amministrative, a conferma della serietà con cui il legislatore considera la gestione della sicurezza sul lavoro:
- per mancata nomina del RSPP: arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 3.559,60 a 9.112,57 euro;
- per mancata comunicazione dei dati necessari per il DVR: sanzione amministrativa pecuniaria 2.847,69 a 5.695,36;
per mancata formazione del datore di lavoro che assume il ruolo di RSPP: arresto da tre a sei mesi o ammenda da 3.559,60 a 9.112,57 euro.
Quanti RSPP si possono nominare?
É prevista la nomina di un solo Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) per ciascuna azienda, indipendentemente dal numero dei lavoratori assunti.
Lavorare come RSPP: tutto quello che devi sapere
Il ruolo del RSPP è di fondamentale importanza nella gestione della sicurezza sul lavoro. Si tratta, tra l’altro, di una figura professionale che rappresenta il principale punto di riferimento per il datore di lavoro per tutto ciò che concerne la sicurezza e la prevenzione dei rischi sul lavoro.
Tra le responsabilità dell’RSPP figurano:
- Consulenza: l’RSPP fornisce consulenza al datore di lavoro sui vari aspetti della sicurezza sul lavoro, quali l’identificazione dei rischi, la scelta delle misure di prevenzione e protezione più appropriate, e la programmazione degli interventi necessari a garantire un ambiente di lavoro sicuro;
- Valutazione dei rischi: uno dei compiti principali dell’RSPP è quello di assistere il datore di lavoro nella stesura e nell’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
- Formazione e informazione: l’RSPP è anche responsabile dell’organizzazione della formazione dei lavoratori riguardo alle misure di sicurezza, alle procedure di emergenza e al corretto utilizzo delle attrezzature. Deve, inoltre, assicurare che tutti i lavoratori siano adeguatamente informati sui rischi specifici del loro ambiente di lavoro.
I titoli richiesti per diventare RSPP esterno o interno
L’articolo 32 del D.Lgs. n. 81/2008 stabilisce che per lo svolgimento delle funzioni di RSPP, sia interno che esterno, è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti specifici:
- titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore;
- attestato di frequenza, con verifica dell’apprendimento, a specifici corsi di formazione adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative (da aggiornare ogni 5 anni).
Quanto guadagna un RSPP? Lo stipendio in Italia
La figura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) ha un ruolo fondamentale all’interno delle aziende, essendo responsabile per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Questo ruolo richiede competenze specifiche e aggiornamenti costanti, il che si riflette in uno stipendio che può variare significativamente in base a diversi fattori, come l’esperienza, le dimensioni dell’azienda, il settore di attività e la regione in cui si lavora.
Ecco il dettaglio degli stipendi per RSPP:
- Stipendio Medio: il salario medio annuo per un RSPP in Italia si attesta attorno ai €38,400, che equivale a circa €19.69 all’ora. Questo valore rappresenta una media e può variare in base a molteplici fattori;
- Entry-Level: per chi è alle prime armi nel ruolo di RSPP, lo stipendio iniziale può essere più basso, con una media di circa €31.500 all’anno;
- RSPP Esperti: per i RSPP con più anni di esperienza e competenze specialistiche acquisite, lo stipendio può salire significativamente, arrivando fino a €52.500 all’anno.
Tra i fattori che influenzano lo stipendio bisogna ricordare:
- Dimensione dell’azienda: le grandi aziende, specialmente quelle in settori ad alto rischio come la chimica, la manifattura o la costruzione, tendono ad offrire stipendi più elevati a causa delle maggiori responsabilità e complessità nella gestione della sicurezza;
- Settore di attività: alcuni settori possono offrire retribuzioni maggiori a causa delle specifiche esigenze di sicurezza e di conformità normativa;
- Regione: esiste anche una variabilità geografica nei salari, con alcune regioni italiane che offrono retribuzioni medie più alte a causa del costo della vita o della concentrazione di industrie specifiche;
- Formazione e certificazioni: le qualifiche professionali e le certificazioni specifiche possono anche influenzare il livello di retribuzione, con RSPP più qualificati che tendono a guadagnare di più.
Quali sono le prospettive di carriera?
Le prospettive di carriera per un RSPP sono ampie e variegate, grazie soprattutto all’importanza crescente della sicurezza sul lavoro e alla rigorosità delle normative in vigore.
Molti RSPP trovano impiego direttamente all’interno delle aziende, svolgendo un ruolo cruciale nella gestione quotidiana della sicurezza dei lavoratori. Qui, l’RSPP può lavorare come dipendente a tempo pieno, occupandosi della valutazione dei rischi, della redazione e aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), e della formazione del personale. Le opportunità variano a seconda del settore industriale, con particolare domanda in settori ad alto rischio come manifattura, costruzioni, chimica, e sanità.
Un’altra opzione popolare per gli RSPP è operare come liberi professionisti o consulenti esterni con Partita Iva. In questo caso, l’RSPP può offrire la propria esperienza a diverse aziende, spesso gestendo clienti anche in vari settori. Questo percorso offre maggiore flessibilità e la possibilità di lavorare su una varietà di progetti.
Gli RSPP possono anche trovare opportunità nel settore pubblico, lavorando per enti governativi o istituzioni che regolano e sorvegliano la sicurezza sul lavoro.
Gli RSPP con una forte inclinazione per l’insegnamento possono orientarsi verso la formazione e l’educazione, lavorando come formatori o docenti in materia di sicurezza sul lavoro, sia in contesti aziendali che accademici o in centri di formazione specializzati.

Quanto tempo ci vuole per formarsi come RSPP e trovare lavoro?
Il percorso formativo base che abilita all’esercizio della professione di RSSP ha una durata complessiva di almeno 100 ore (Modulo A 28 ore, Modulo B 48 ore e Modulo C 24 ore). Ma per muovere i primi passi con sicurezza e autonomia occorre sicuramente un po’ più di tempo.
Allo stesso modo, per ricevere i primi incarichi ed essere in grado di portare a termine in maniera puntuale e indipendente i propri obblighi professionali, occorrerà avere un minimo di pazienza. Trattandosi, infatti, di una figura che deve necessariamente essere nominata dal titolare in tutte le aziende che hanno almeno un dipendente (che in Italia sono circa 2,5 milioni), le opportunità lavorative non mancheranno di sicuro.
Occorre, tuttavia, investire costantemente sulla propria formazione e specializzazione nel settore. E in questo Kora Formazione può essere certamente un valido alleato con i suoi corsi sulla sicurezza sul lavoro sempre più spendibili fin da subito e progettati per garantire un immediato inserimento nel mondo del lavoro.
I vantaggi di diventare RSPP con Kora Formazione
Quello della sicurezza sul lavoro è un mercato in costante crescita che offre grandi opportunità anche a coloro che sono in possesso del solo diploma di istruzione secondaria superiore. Ed è proprio in questo contesto che si inseriscono i corsi di Kora Formazione, il cui obiettivo è affiancare gli aspiranti RSPP e immetterli direttamente nel mondo del lavoro. Ma anche di fornire loro gli strumenti per diventare Formatori certificati.
Il Corso di Esperto in Sicurezza per Diventare RSPP e Formatore certificato, della durata di 160 ore, partirà a giugno. E già dopo 3 mesi i partecipanti abilitati come RSPP potranno ottenere i primi incarichi e nel frattempo continuare il percorso avviato per diventare Formatori certificati a tutti gli effetti.
Tuttavia, la proposta formativa di Kora non si ferma all’acquisizione delle 6 certificazioni che permettono di ottenere l’abilitazione professionale. Agli iscritti saranno, infatti, riservati anche alcuni bonus esclusivi:
- Kit strategico esperto sicurezza: un pacchetto di strumenti essenziali per la gestione della sicurezza sul lavoro in azienda (Modello DVR semplificato, Lettera di incarico, Checklist azienda sicura);
- Accesso esclusivo a “Kora club”: per condividere esperienze, ricevere supporto e crescere professionalmente grazie all’interazione di discenti che seguono lo stesso percorso;
- Ebook “Primi passi nel mondo della sicurezza”: una guida completa per avviare la professione di RSPP e scoprire come trovare i primi clienti, come far crescere la propria attività e farti notare come professionista;
- Qualifica “Esperto Kora certificato”: inserimento del proprio profilo nel Registro Kora Formazione come Esperto Kora Certificato e creazione di una pagina web sul sito di Kora nella quale gli abilitati saranno presentati come esperti e professionisti, per aumentare la propria visibilità e autorevolezza;
- Accesso a KoraNET: un vero e proprio “acceleratore di successo” grazie al quale si avrà l’opportunità tangibile di iniziare da subito a lavorare collaborando direttamente con Kora.