Il ruolo dell’RSPP è centrale nella gestione della sicurezza sul lavoro, poiché questa figura è responsabile del rispetto delle normative e della promozione della prevenzione nelle aziende. Inoltre, funge da punto di riferimento per l’identificazione dei rischi, la pianificazione delle misure di protezione e la formazione dei lavoratori sulle pratiche sicure. L’obiettivo principale dell’RSPP è quello di aiutare il datore di lavoro a eliminare gli incidenti sul lavoro, garantendo ambienti sicuri e conformi alle leggi vigenti. La nomina di un RSPP è un obbligo diretto e non delegabile del datore di lavoro, come stabilito dall’articolo 17 del decreto legislativo 81/2008.
Cosa fa un RSPP? Qual è il suo ruolo in azienda?
Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) è una figura chiave per garantire la sicurezza sul lavoro all’interno dell’azienda. Il suo ruolo principale consiste nel coordinare tutte le attività legate alla prevenzione dei rischi e alla protezione dei lavoratori. Questo include l’analisi dei rischi, la pianificazione delle misure di sicurezza, l’informazione e formazione sulle norme di sicurezza dei dipendenti, nonché il monitoraggio costante dell’efficacia delle misure adottate.
L’RSPP collabora strettamente con il datore di lavoro, i rappresentanti dei lavoratori (RLS) e il medico competente per sviluppare e implementare strategie efficaci di prevenzione e protezione, nonché per la redazione del Documento di valutazione dei rischi (DVR). Il suo obiettivo è, infatti, quello di creare un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle normative vigenti, promuovendo una cultura aziendale orientata alla sicurezza e alla prevenzione degli incidenti.
L’articolo 17 del decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 (il cosiddetto TUSL, ovvero il Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) stabilisce che la nomina dell’RSPP – introdotto dal decreto legislativo n. 626 del 19 settembre 1994 per tutte le aziende con almeno un dipendente – è un obbligo diretto e non delegabile del datore di lavoro. Si tratta, nello specifico, di un ruolo che può essere ricoperto da un lavoratore interno, da un consulente esterno o, addirittura, dallo stesso datore di lavoro (articolo 31 del D.Lgs. n. 81/2008).
I compiti dell’RSPP: tutto quello di cui si occupa
L’RSPP svolge un ruolo essenziale all’interno dell’azienda, occupandosi di una vasta gamma di attività legate alla sicurezza e alla salute dei lavoratori. I suoi compiti includono, tra l’altro, la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e la gestione di tutte le misure di prevenzione e protezione.
E nei sottoparagrafi successivi approfondiremo, appunto, le specifiche responsabilità e le azioni concrete che il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione deve intraprendere per garantire un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle normative.
1 – Individuare i fattori di rischio
L’individuazione dei fattori di rischio è una delle attività principali del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP). Questo compito comporta la valutazione approfondita dei rischi e l’identificazione delle misure necessarie per garantire la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro, in conformità con la normativa vigente e sulla base della specifica conoscenza dell’organizzazione aziendale.
Ad esempio, l’RSPP può analizzare i processi produttivi per identificare rischi legati all’uso di macchinari, verificare la conformità delle attrezzature di lavoro, valutare l’esposizione dei lavoratori a sostanze chimiche o agenti fisici e condurre sopralluoghi per osservare le condizioni operative e raccogliere informazioni utili dai lavoratori stessi.
Tutte queste attività permettono, infatti, di sviluppare strategie efficaci per la prevenzione e la protezione, in modo da creare un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle normative.
2 – Elaborare misure preventive e protettive
L’elaborazione delle misure preventive e protettive è un compito essenziale per l’RSPP. Questo processo implica non solo la definizione di interventi per mitigare i rischi identificati, ma anche la progettazione di sistemi di controllo per verificare l’efficacia di tali misure.
Ad esempio, l’RSPP potrebbe sviluppare piani di evacuazione in caso di emergenza, introdurre dispositivi di protezione individuale (DPI) per i lavoratori esposti a rischi specifici, o implementare procedure di manutenzione regolare per attrezzature e impianti.
Inoltre, è fondamentale stabilire sistemi di monitoraggio continuo, come audit periodici o check-list di controllo, per garantire che le misure adottate siano efficaci e rispettate nel tempo. Si tratta, a ben vedere, di azioni che contribuiscono a mantenere un ambiente di lavoro sicuro e a prevenire incidenti e malattie professionali.
3 – Elaborare procedure di sicurezza
L’elaborazione delle procedure di sicurezza relative a tutte le attività aziendali dopo l’individuazione e valutazione dei fattori di rischio, nel rispetto della normativa vigente, è un compito fondamentale dell’RSPP.
Si tratta, più nello specifico, di un processo fondamentale che prevede la creazione di istruzioni dettagliate per garantire che tutte le operazioni aziendali vengano svolte in modo sicuro.
Ad esempio, l’RSPP potrebbe sviluppare procedure specifiche per l’uso sicuro di macchinari, la gestione dei materiali pericolosi o le corrette modalità di accesso alle aree a rischio. Le procedure in questione devono, però, essere chiare e facilmente comprensibili per tutti i lavoratori, includendo anche misure di emergenza e piani di evacuazione.

4 – Proporre programmi di formazione e informazione dei lavoratori sulla sicurezza
L’RSPP ha il compito di proporre programmi di formazione e informazione per i lavoratori in tema di sicurezza. Questo compito, seppur di natura consulenziale, è determinante per garantire un ambiente di lavoro sicuro e conforme alla normativa vigente. L’obbligo di assicurare una formazione adeguata, come previsto dal D.Lgs. 81/08, grava sul datore di lavoro e sui dirigenti che devono garantire che ciascun lavoratore riceva informazioni, formazione e addestramento sufficienti.
Il Testo Unico sulla Sicurezza prevede che l’RSPP proponga programmi di formazione, che includono corsi specifici per i diversi ruoli aziendali. Questi programmi possono variare dai corsi introduttivi sulla sicurezza generale, a quelli più specifici come la gestione dei rischi chimici, la sicurezza nelle operazioni di scavo, o la prevenzione degli incendi.
Ad esempio, un RSPP potrebbe proporre un programma di formazione per i nuovi dipendenti che copra i fondamenti della sicurezza sul lavoro, le procedure di emergenza e l’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI). Per i lavoratori esposti a rischi specifici, come quelli che operano in ambienti con sostanze chimiche pericolose, il programma potrebbe includere corsi sull’uso sicuro dei prodotti chimici e sulla gestione degli incidenti chimici.
Inoltre, l’RSPP deve garantire che i programmi di formazione non siano statici ma aggiornati periodicamente per riflettere le nuove normative e le innovazioni tecnologiche. Questo potrebbe includere l’organizzazione di workshop periodici, seminari e sessioni di aggiornamento per mantenere il personale informato sui nuovi sviluppi e sulle best practice in materia di sicurezza.
Infine, è fondamentale che l’RSPP collabori con il datore di lavoro per assicurare che le proposte di formazione siano effettivamente implementate e che ogni lavoratore partecipi ai corsi previsti. In questo modo, si garantisce che l’informazione e la formazione non siano solo teoriche, ma realmente applicate nel contesto lavorativo quotidiano, contribuendo a creare una efficace cultura della sicurezza condivisa all’interno dell’azienda.
5 – Partecipare a consultazioni su salute e sicurezza sul lavoro
L’obbligo di partecipare alle consultazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro rientra tra i compiti principali del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione che, tra l’altro, spesso coinvolge anche il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).
Queste consultazioni includono varie occasioni, tra cui in particolare le riunioni periodiche sulla sicurezza, obbligatorie nelle aziende con più di 15 dipendenti.
Si tratta, com’è evidente, di incontri fondamentali ai fini della discussione e della valutazione delle misure di prevenzione e protezione adottate, nell’ottica di garantire un ambiente di lavoro sempre più sicuro e conforme alle normative vigenti.
6 – Contribuire alla stesura del DVR
L’RSPP svolge un ruolo fondamentale nella redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), lavorando in stretta collaborazione con il datore di lavoro, i dirigenti, il medico competente e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS).
La stesura del DVR, prevista dall’articolo 28 del D.Lgs. 81/08, richiede un’analisi approfondita di tutti i rischi presenti in azienda e l’individuazione delle misure preventive e protettive necessarie per minimizzare tali rischi.
Da precisare che il DVR è obbligatorio per tutte le aziende con almeno un dipendente e per quelle che impiegano soggetti equiparabili ai lavoratori, come stagisti e tirocinanti.
Ci sono differenze tra i compiti di un RSPP esterno e uno interno?
Le differenze tra un RSPP esterno e uno interno non risiedono nei requisiti o nella formazione, che rimangono identici per entrambe le figure, né tantomeno nei compiti che svolgono in materia di prevenzione e sicurezza sul luogo di lavoro. Semmai, queste differenze emergono principalmente dall’esperienza e dalla familiarità con l’azienda.
Un RSPP esterno può portare una prospettiva nuova, avvalendosi dell’esperienza maturata in diverse realtà aziendali per individuare rischi e proporre soluzioni efficaci. Al contrario, un RSPP interno beneficia di una conoscenza approfondita e quotidiana dei processi aziendali e delle dinamiche interne, facilitando la comunicazione con i dipendenti e migliorando la gestione delle pratiche di sicurezza.
Inoltre, la scelta tra un RSPP interno o esterno può essere influenzata anche da considerazioni economiche e organizzative specifiche dell’azienda.
RSPP datore di lavoro: ha più compiti di un RSPP dipendente o esterno?
Quando un datore di lavoro decide di assumere anche il ruolo di RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione), si trova a dover bilanciare una serie di responsabilità aggiuntive rispetto a un RSPP interno o esterno.
In questo caso, infatti, non solo deve occuparsi della gestione generale dell’azienda, ma deve anche garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori, adempiendo agli obblighi ed ai compiti specifici stabiliti dalla normativa, che sono gli stessi degli RSPP dipendenti o esterni.
Questa scelta implica, inoltre, una profonda conoscenza delle normative sulla sicurezza e una capacità di implementare misure efficaci per prevenire incidenti e malattie professionali, migliorando al contempo la produttività e l’ambiente di lavoro.
La stesura del DVR da parte dell’RSPP: perché è un compito così importante?
La stesura del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) – che deve avvenire entro 90 giorni dall’inizio dell’attività – è uno degli obblighi non delegabili del datore di lavoro e costituisce la base su cui si sviluppano tutte le politiche di prevenzione e protezione aziendale. Lo stesso deve, inoltre, essere aggiornato regolarmente e conservato presso ogni unità produttiva dell’azienda e può essere mantenuto sia in formato cartaceo che digitale.
Nella redazione del DVR un ruolo di estrema importanza è svolto dall’RSPP in stretta collaborazione con il datore di lavoro, i dirigenti, il medico competente e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS).
Nello specifico, il Documento di Valutazione dei Rischi (previsto dall’articolo 28 del D.Lgs. 81/2008) è fondamentale per identificare, analizzare e valutare attraverso un’analisi dettagliata tutti i potenziali rischi presenti nell’ambiente lavorativo e suddivisi in:
- rischi per la salute;
- rischi per la sicurezza;
- rischi trasversali.
E, soprattutto, il DVR, serve per pianificare le misure necessarie a prevenire o ridurre al minimo tutti questi rischi.

La collaborazione tra RSPP e altre figure per la sicurezza sul lavoro
La collaborazione tra il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e le altre figure preposte alla sicurezza sul lavoro è fondamentale per garantire un ambiente lavorativo sicuro e conforme alle normative vigenti.
Si tratta, d’altro canto, di una sinergia essenziale per l’identificazione e la gestione dei rischi, la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e la promozione della cultura della sicurezza all’interno dell’azienda.
Come collabora un RSPP con il Datore di Lavoro?
Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) lavora a stretto contatto con il datore di lavoro per garantire un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle normative.
Nello specifico, il rapporto che lega l’RSPP al datore di lavoro è diretto, senza intermediari, e soprattutto di tipo fiduciario che facilita l’adozione di decisioni strategiche e operative per la sicurezza aziendale. Non va, del resto, dimenticato che la nomina dell’RSPP è uno degli obblighi indelegabili del datore di lavoro, al quale pertanto risponde direttamente del proprio operato nell’ambito dell’SPP (Servizio di Prevenzione e Protezione).
Questa collaborazione è essenziale per la valutazione dei rischi, la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e l’implementazione di misure preventive.
La collaborazione tra RSPP e Medico Competenze: in cosa consiste?
La collaborazione tra l’RSPP e il Medico Competente (MC) è fondamentale per garantire un’efficace gestione della sicurezza sul lavoro. Questa sinergia permette di affrontare in modo integrato le varie problematiche legate alla salute e sicurezza dei lavoratori.
Nonostante le sfide legate alla separatezza organizzativa delle due figure, una collaborazione attiva e proattiva, favorita dal datore di lavoro e strutturata in un’unica organizzazione, può migliorare significativamente l’efficacia del sistema di prevenzione, la sicurezza dei lavoratori e la soddisfazione personale dei professionisti coinvolti.
Il Decreto Legislativo 81/08 prevede che l’MC collabori con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione alla valutazione dei rischi. Questa collaborazione non è solo una formalità, ma un obbligo normativo essenziale per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Il DVR, infatti, deve essere redatto dal datore di lavoro con la collaborazione dell’RSPP e del MC, garantendo che tutte le potenziali fonti di rischio siano identificate e valutate adeguatamente.
Un esempio pratico di questa collaborazione può essere visto durante le riunioni periodiche di sicurezza, che devono essere organizzate almeno una volta l’anno nelle aziende con più di 15 dipendenti. In queste occasioni, l’RSPP e l’MC lavorano insieme per analizzare i dati raccolti, discutere gli incidenti occorsi, e pianificare le misure preventive necessarie. Inoltre, l’MC fornisce un prezioso contributo nella sorveglianza sanitaria, valutando i rischi specifici per la salute dei lavoratori e predisponendo i protocolli di sorveglianza sanitaria.
L’RSPP, dal canto suo, utilizza le informazioni fornite dal MC per sviluppare e implementare strategie di prevenzione efficaci, garantendo che tutte le misure di sicurezza siano aggiornate e rispettino le normative vigenti.
Il rapporto tra RSPP ed RLS
Il rapporto tra l’RSPP e l’RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) è di estrema importanza nell’ambito di una gestione efficace della sicurezza sul lavoro. La collaborazione tra queste due figure è, infatti, essenziale per promuovere una cultura della prevenzione all’interno dell’azienda. Tuttavia, come in molti aspetti delle relazioni aziendali, possono emergere sia dinamiche positive che conflittuali. Un approccio sindacale non collaborativo può complicare le regole della sicurezza e creare tensioni, mentre un dialogo costruttivo tra RSPP e RLS porta benefici a tutti, in particolare ai lavoratori.
L’RSPP, oltre ad essere il motore del sistema prevenzionistico, deve gestire con equilibrio le interazioni con l’RLS, informandolo tempestivamente di ogni evento legato alla sicurezza. Questo rapporto deve essere leale e trasparente, evitando di creare barriere che possano nuocere alla sicurezza dei lavoratori.
In pratica, l’RSPP non deve essere visto come un rappresentante del datore di lavoro, ma come un professionista indipendente che lavora per garantire la sicurezza sul posto di lavoro. L’RLS, eletto dai lavoratori, si interfaccia con la catena di comando dell’azienda e svolge un ruolo di controllo e collaborazione per migliorare continuamente le condizioni di sicurezza.
Un’efficace collaborazione tra RSPP e RLS si riflette in una maggiore efficacia del sistema di prevenzione, una migliore tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, e una maggiore soddisfazione lavorativa. Il datore di lavoro, in questo contesto, agisce come trait d’union tra le due figure, facilitando un ambiente di lavoro sicuro e ben organizzato.
Pertanto, il rapporto tra RSPP e RLS deve basarsi su una collaborazione attiva e costruttiva, sostenuta dalla fiducia reciproca e dall’impegno comune per la sicurezza sul lavoro. Solo attraverso questa fondamentale sinergia è possibile sviluppare una cultura della prevenzione che non solo protegge i lavoratori, ma contribuisce anche al successo complessivo dell’azienda.

Di quali risorse dispone l’RSPP per svolgere le sue mansioni?
Per svolgere efficacemente le sue mansioni, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) necessita di risorse adeguate, come indicato dall’articolo 33 del D.Lgs. 81/2008. L’RSPP è incaricato dell’individuazione e valutazione dei fattori di rischio, dell’elaborazione di misure di sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro, e della proposizione di programmi di informazione e formazione per i lavoratori.
Al riguardo, l’interpello n. 22/2014 del 6 ottobre 2014 ha chiarito che un budget di spesa congruo può rientrare nella definizione di “mezzi adeguati” (presente nell’articolo 32, comma 2, del decreto legislativo n. 81/2009) per il raggiungimento delle finalità previste e può rappresentare una risorsa importante per lo svolgimento di attività specifiche, come la valutazione di rischi fisici e chimici che richiedono strumenti di rilevazione e tecnici qualificati.
Tuttavia, sebbene l’assegnazione di un budget sia a discrezione dell’organizzazione aziendale, è essenziale che il datore di lavoro preveda finanziamenti adeguati per l’effettiva applicazione delle misure di sicurezza.
In particolare, un budget adeguato è necessario per le seguenti attività:
- individuazione dei fattori di rischio, valutazione dei rischi e individuazione delle misure di sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro: la valutazione di alcuni rischi, come quelli fisici (rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici), chimici, microclimatici e biologici, richiede rilievi strumentali e tecnici qualificati;
- elaborazione delle misure preventive e protettive e delle procedure di sicurezza: sebbene la pianificazione di queste misure non richieda un budget diretto per l’RSPP, la loro attuazione implica costi che il datore di lavoro deve coprire, stabilendo i relativi budget per l’effettiva applicazione del piano di miglioramento della salute e sicurezza;
- proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori: anche se il budget per questi programmi non è gestito direttamente dall’SPP, il datore di lavoro o dirigente deve prevedere i costi associati per garantire l’effettiva applicazione delle disposizioni dell’Accordo Stato Regioni.
Nonostante la Commissione Interpelli lasci alla discrezionalità aziendale la scelta di definire un budget, le azioni intraprese dall’RSPP richiedono, comunque, un impegno economico, legato agli obblighi non delegabili del datore di lavoro o del dirigente con potere decisionale e di spesa. Anche se il budget economico non è gestito direttamente dall’SPP, il datore di lavoro o dirigente deve quantificarlo compatibilmente con le tempistiche previste nel piano di miglioramento della salute e sicurezza aziendale.
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